Agrigento, Eraclea Minoa, Sciacca, Castelvetrano

Agrigento, Scala dei Turchi, Eraclea Minoa, Sciacca, Castelvetrano

Dopo aver visto la Valle dei Templi e Agrigento in notturna, oggi visitiamo il Museo Archeologico Pietro Griffo, usufruendo del biglietto di entrata combinato con la Valle dei Templi. (circa 20€).
All’interno del Museo sono esposti quasi 6.000 reperti che spaziano dalla preistoria fino all’epoca greco-romana. Le collezioni si compongono di reperti provenienti dal territorio siciliano. Abbiamo visto vecchie anfore, utensili, sarcofaghi e persino un Telamone ricostruito del Tempio di Zeus. Vi è anche un piccolo modellino che ricostruisce com’era in origine il tempio e dal quale si può capire quanto poteva essere imponente (in foto).
Ha catturato la nostra simpatia un vaso raffigurante il dio egizio Bes, dio della gioia, della danza e del sonno, genio protettore della casa e della vita femminile. 

Vaso raffigurante il Dio egizio Bes, Agrigento, correre in sicilia
Vaso raffigurante il Dio egizio Bes
Telamone, Tempio di Zeus, Agrigento, correre in sicilia
Telamone

All’esterno del Museo sono ben visibili gli scavi che hanno riportato alla luce l’Oratorio di Falaride e l’Ekklesiasterion. In questo luogo si radunava l’assemblea dei cittadini. Oggi ne rimane solo una cavea a forma di semicerchio e file concentriche di gradini. Poteva ospitare fino a 3.000 persone. Sopra le rovine dell’edificio, abbandonato tra il II secolo AC e il I secolo AC, venne costruito un piazzale dove fu eretto un tempietto (Oratorio di Falaride). Nel medioevo fu poi adibito a cappella, da cui deriva il nome di “oratorio”. 

Al di fuori del Museo, si trova anche la Chiesa di San Nicola di stile normanno-gotico. 
La Chiesa dà il nome all’area di Poggio San Nicola dove sorge l’agorà di Agrigento, in uso fino all’età romana. 
L’Agorà fa da collegamento tra le zone della città e conteneva  l’Ekklesiasterion, in epoca romana chiamato forum.
Da qui si ha anche una buona visuale sul sito della Valle dei Templi. 

Chiesa di San Nicola, agrigento, correre in sicilia
Chiesa di San Nicola

A 20 minuti d’auto da Agrigento, ammiriamo la stupenda Scala dei Turchi. Si trova a Realmonte e decidiamo di fermarci al punto di osservazione che si trova sul ciglio della strada prima di arrivare alla Scala. Dalla sommità si scorge tutta la costa argentina. E’ un monumento naturale levigato dal vento e dal mare che sembra quasi finto, talmente è bianco e brillante. La Scala dei Turchi è fatta di marna, una roccia sedimentaria costituita da calcare e argilla. Ci sono tantissime calette nascoste che purtroppo non sappiamo se potranno più essere raggiunte, a causa della pericolosità per l’uomo dovuta all’erosione della roccia. 

La leggenda, a cui si lega il nome della Scala dei Turchi, narra che le navi turche (in realtà le navi dei pirati saraceni) utilizzarono la Scala come riparo. Salivano i gradoni bianchi per andare a saccheggiare, nel Cinquecento, le città situate lungo la costa. 

Scala dei Turchi, Agrigento, correre in sicilia
Scala dei Turchi

Si prosegue per la tappa successiva, dopo 25 chilometri arriviamo a Eraclea Minoa, città fondata dai greci.
Abbiamo visitato l’area archeologicaRimarrete colpiti dai colori che potrete ammirare qui: il blu del golfo fa da contrasto con il verde delle colline. 
Il teatro greco presente all’interno del sito archeologico, si compone di una cavea a dieci gradoni. Esso è stato costruito nella cavità di una collinetta, quella più occidentale di una serie di alture che limitano a nord il pianoro della città.
Purtroppo la struttura è in ristrutturazione, quindi una parte delle rovine è coperta da impalcature. Sempre nel sito, potrete accedere a
ll’Antiquarium, dove potrete ammirare invece tutti i reperti archeologici rinvenuti all’interno dell’area durante gli scavi. Il costo totale del biglietto per visitare la struttura è di 4€.

Il re Minosse avrebbe inseguito Dedalo, scappato in Sicilia e proprio ad Eraclea Minoa, per punirlo. Egli era accusato di aver aiutato Arianna e Teseo all'interno del labirinto. Da questa leggenda deriverebbe quindi il nome di Minoa.

Proseguendo lungo la costa, a circa mezzo’ora, raggiungerete Sciacca.
Famosa per il suo carnevale e come grande centro termale, Sciacca si posiziona su una collina che si affaccia sul mare.
Saliamo subito sul Monte San Calogero, per osservare l’Eremo di San Calogero. Si trova appena fuori dal centro città.  Qui si erge il Santuario di San Calogero costruito al posto di una chiesetta in cui si diceva che il santo curasse gli ammalati e ospitasse i pellegrini. Nei dintorni ci sono molte grotte naturali, tra cui la più famosa Stufa di San Calogero che emana vapore ad una temperatura tra 37°C-39°C. L’usanza è quella di sostare all’ingresso per trarre i benefici del vapore. 

Secondo la leggenda, le Stufe di San Calogero furono scavate da Dedalo, quando il territorio era occupato dai Sicani, antica popolazione che viveva in Sicilia centro-meridionale e sud-occidentale.

Santuario di San Calogero, Sciacca, correre in sicilia
Santuario di San Calogero
Vista dall'Eremo di San Calogero, sciacca, correre in sicilia
Vista dall'Eremo di San Calogero

Si procede alla volta del centro di Sciacca. Partiamo da  Piazza Angelo Scandaliato, la piazza dove sfilano i carri allegorici durante il carnevale. Da qui si gode di una meravigliosa vista sul mare, inoltre è il punto di partenza per visitare il centro storico.
Guardandoci attorno, mentre camminiamo, notiamo la Chiesa del Carmine, dedicata a San Salvatore. Si chiama così perché i Padri Carmelitani, arrivati a Sciacca, costruirono il loro convento di fianco alla chiesa. 

Chiesa del Carmine, Sciacca, correre in sicilia
Chiesa del Carmine
Particolare di edificio del Centro Storico di Sciacca, correre in sicilia
Particolare di edificio del Centro Storico di Sciacca

Tra gli altri edifici religiosi spicca il Duomo, in stile barocco,  la cui facciata è decorata con statue di marmo.
In Corso Vittorio Emanuele, troviamo il Palazzo Steripinto, uno dei simboli di Sciacca. La facciata del palazzo è molto particolare, la pietra di cui è fatto è lavorata in maniera tale da sembrare una corazza. Purtroppo non è visitabile. 
Se volete fare un tuffo nel Medioevo, visitate il Castello Luna. Si trova in posizione dominante sulla cittadina, costituendone un elemento caratteristico. 
Noi siamo stati molto colpiti dal Castello Incantato. Non è proprio il classico castello che ci si aspetta. All’interno del podere si trovano infatti oltre 3.000 sculture di teste, in pietra, costruite dall’artista Filippo Bentivegna. Le teste rappresenterebbero i suoi sudditi. Il costo d’entrata è di 3€.
Si può visitare anche la casa dell’artista, che si trova all’interno del giardino. Sulle pareti si trovano raffigurati grattaceli che probabilmente simboleggiano New York, città in cui Bentivegna ha vissuto per un certo periodo della sua vita. Filippo Bentivegna era un tipo particolare: andava in giro per il paese con un bastone definendosi come “Signore delle Caverne” per via dei cunicoli che scavava nella terra per reperire la pietra da lavorare. 

Fotografiamo il tramonto e partiamo per Castelvetrano
E’ il 31 dicembre quindi decidiamo di festeggiare con cena a base di pesce nel Ristorante Boomerang che vi consigliamo per l’ottimo rapporto qualità prezzo! 
In centro città potrete fare una passeggiata per vedere chiese e palazzi storici.
Pernottiamo a Marinella di Selinunte, poco distante dal centro di Castelvetrano per iniziare l’anno visitando il Parco Archeologico di Selinunte

BUON CAPODANNO!

Tramonto su Sciacca, correre in sicilia
Tramonto su Sciacca
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